Si è tenuta nella sede centrale dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) in via del Quirinale a Roma, lo scorso 7 novembre, una nuova seduta del Consiglio Direttivo.
Sono circa 300 i beni immobili che sono stati destinati, buona parte dei quali verrà trasferita al patrimonio indisponibile di Enti Territoriali che li riutilizzeranno per scopi sociali offrendo nuove opportunità ai territori e alle popolazioni che hanno subito il fenomeno criminale.
Particolare rilievo assumono le destinazioni relative a beni siti nei territori della Sicilia Occidentale: ben 170 beni del valore superiore ai tre milioni di euro sono stati destinati al Comune di Caltanissetta che li utilizzerà per progetti di agricoltura sociale, in particolare per attività finalizzate all’educazione ambientale e alimentare, alla salvaguardia della biodiversità nonché alla diffusione della conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche.
Il Comune di Caltanissetta nella delibera con la quale ha manifestato interesse all’acquisizione del bene ha confermato l’intenzione di consentire “il pieno utilizzo di tutti i beni confiscati alla criminalità organizzata, per fare nascere da quelle strutture luoghi dove vengano svolte attività sociali al servizio del territorio, al fine di rafforzare e accrescere la cultura della legalità e creare un’opportunità di sviluppo e di lavoro in un contesto sofferto ma desideroso di cambiamento, con l’obiettivo di creare centri e luoghi di aggregazione, al fine di combattere il disagio sociale, l’emarginazione, l’isolamento, la disoccupazione che costituiscono fenomeni che riguardano soprattutto i giovani e generano comportamenti deviati alla base dei processi di crescita criminale”.
Tra i beni che sono stati mantenuti al patrimonio dello Stato merita attenzione una palazzina sita nel Comune di Limbadi in provincia di Vibo Valentia che verrà utilizzata come nuova sede della Stazione dell’Arma dei Carabinieri. L’immobile, confiscato ad esponenti del clan Mancuso, nota famiglia di ‘ndrangheta della Provincia di Vibo Valentia, in particolare della zona di Limbadi, dedita a molteplici attività illecite tra cui associazione a delinquere di stampo mafioso e traffico di stupefacenti, è stato confiscato in via definitiva nel 2005 e destinato nel 2008 al Comune il quale, a seguito di interlocuzioni che hanno coinvolto la Prefettura e tutte le Istituzioni interessate, ha recentemente rinunciato alla destinazione del bene per una nuova assegnazione in favore dell’Arma.
«È stato così realizzato ancora una volta un interesse collettivo di grande valore istituzionale e sociale oltre che fortemente simbolico – spiega l’on. Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno con delega all’ ANBSC – in quanto il bene, sottratto ad esponenti di una delle più potenti cosche di ‘ndrangheta, diventerà un presidio di legalità e sicurezza a vantaggio della comunità, affermando una vittoria dello Stato contro il potere mafioso sul territorio».
A breve si procederà alla firma del decreto di destinazione da parte del Direttore dell’Agenzia che consentirà, in tempi rapidi, la materiale consegna del bene all’Istituzione destinataria e renderà possibile una celere ristrutturazione, per la quale sono già stati individuati i fondi necessari.