I Ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, hanno presenziato oggi al Viminale alla firma dell’accordo tra il Masaf e l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, grazie al quale verranno messi a disposizione di giovani imprenditori agricoli i terreni sottratti alle mafie.
Presenti il sottosegretario all’Interno con delega all’Anbsc, Wanda Ferro, il direttore dell’Agenzia Nazionale, Bruno Corda, il Capo di Gabinetto del Masaf, Raffaele Borriello e il Capo Dipartimento della Sovranità alimentare e dell’ippica, Marco Lupo.
L’intesa dà avvio ad un importante progetto che consentirà di coniugare il reimpiego a scopo sociale di parte dei fondi confiscati – in totale oltre 9.000 – con il rilancio delle politiche a sostegno dell’agricoltura. Al Masaf verrà assegnata una dotazione iniziale di oltre 1400 terreni: il dicastero, attraverso la controllata Ismea, ne curerà la concessione a giovani imprenditori del settore agricolo, dietro la corresponsione di un canone agevolato. I proventi delle concessioni confluiranno nel bilancio del Ministero dell’Agricoltura e verranno impiegati per l’acquisto di derrate alimentari a favore degli indigenti. L’accordo prevede inoltre che gli imprenditori agricoli realizzino, nei terreni assegnati, iniziative di carattere sociale o didattico-divulgativo.
L’iniziativa, nell’agevolare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura, valorizza inoltre le aree interne e mira a contrastare il fenomeno dell’abbandono e i conseguenti rischi, inclusi quelli idrogeologici. Il Masaf assicurerà il monitoraggio costante delle attività svolte, anche attraverso il Corpo dei Carabinieri forestali e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
«Questo accordo testimonia lo straordinario lavoro messo in campo dal Governo per restituire alla collettività i patrimoni illeciti confiscati alla criminalità organizzata e al contempo valorizzare tali beni in modo che possano rappresentare anche importanti opportunità di crescita per il territorio. I terreni sottratti alle mafie, grazie all’intesa tra il Masaf e l’ANBSC, verranno concessi a giovani imprenditori, in un’ottica di rilancio delle politiche a sostegno dell’agricoltura. Su di essi saranno realizzate inoltre iniziative a carattere sociale, rivolte a persone con disabilità e a lavoratori extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno, nell’ambito di progetti finalizzati all’inserimento lavorativo» ha dichiarato il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
«L’accordo sottoscritto oggi è un segnale importante. Attraverso questa iniziativa, con i beni confiscati alla criminalità organizzata, vengono rilanciate le attività agricole, fornendo preziosi strumenti a sostegno delle nuove generazioni che sono messe in condizione di avere terreni per sviluppare la loro attività a canoni accessibili. Queste terre ora diventano simboli di speranza e sviluppo, contribuendo a far tornare l’agricoltura motore di crescita e di riscatto. Il Governo Meloni, lavorando in sinergia, ha una visione strategica per riuscire non solo ad affrontare le contingenze, ma a programmare azioni che cambino in positivo l’Italia”, ha affermato il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
«Destinare a giovani imprenditori agricoli i terreni confiscati alle mafie ha un duplice valore: da un lato affermare simbolicamente la vittoria dello Stato, sottraendo alle organizzazioni criminali non solo i proventi delle attività illecite ma anche l’espressione tangibile del loro potere sul territorio, dall’altro offrire una opportunità di lavoro in un settore, quello dell’agricoltura, che ha un valore determinante per l’economia, per la salvaguardia del territorio, per la qualità della vita della comunità nazionale e per la valorizzazione della sua identità» ha sottolineato il sottosegretario Wanda Ferro, aggiungendo che «dobbiamo favorire il ricambio generazionale affermando il valore della legalità, del rispetto delle regole, della dignità e della sicurezza del lavoro».