Dopo l’incontro tenutosi lo scorso 11 ottobre tra il Prefetto Bruno Corda, Direttore dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) e una delegazione di giudici argentini, si è svolta ieri presso la sede centrale dell’ANBSC una seconda riunione con un gruppo di esperti che si stanno occupando della redazione del progetto di legge sul riutilizzo dei beni confiscati e dell’istituzione in Argentina di una struttura di gestione per la destinazione analoga a quella italiana.
Questo secondo incontro ha toccato aspetti prevalentemente operativi relativi sia ai beni che alle aziende confiscate. E’ stato esaminato l’intero iter di destinazione dal momento in cui il bene viene confiscato, fino al decreto di destinazione e alle alle successive attività di monitoraggio mentre per le aziende l’attenzione si è focalizzata sul processo di legalizzazione e sulla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Grande spazio è stato dedicato alla mission istituzionale dell’ANBSC e al modello italiano che privilegia il riutilizzo sociale dei beni rispetto alla vendita, consentendo che i cespiti tornino direttamente alla stessa collettività danneggiata dalla criminalità organizzata.
Gli esperti hanno mostrato un forte apprezzamento per il modello italiano ed in particolare per la completezza delle procedure e per la capacità di valorizzare i beni confiscati considerandoli “non come un problema ma come una opportunità” e si sono complimentati per l’efficienza della struttura, la formazione del personale e per il successo raggiunto dall’ANBSC in pochi anni dall’istituzione.
L’incontro rappresenta una ulteriore tappa nel percorso di riconoscimento internazionale del valore del modello italiano che con il riutilizzo sociale dei beni riesce ad elevare il bene stesso a presidio di legalità favorendo il senso di fiducia dei cittadini nei confronti delle pubbliche istituzioni.