Saverio PRESI
Si è tenuto oggi, presso la Fiera del Levante di Bari, il convegno dedicato al tema “I beni confiscati un volano per la comunità”, organizzato dalla Confederazione delle Cooperative italiane (Confcooperative e dalla Cooperativa Sociale Semi di Vita.
Nel suo intervento il Prefetto Maria Rosaria Laganà, Direttore dell’ANBSC, ha evidenziato come il riutilizzo dei beni confiscati rappresenti non solo un presidio di legalità, ma anche una concreta opportunità di sviluppo per i territori: «I beni sequestrati e confiscati costituiscono una risorsa fondamentale per sostenere percorsi di inclusione sociale e affrontare situazioni di fragilità. L’efficacia delle destinazioni dipende dalla capacità di costruire reti territoriali solide e partecipate. In questa direzione si inserisce il protocollo siglato lo scorso 21 maggio con la Confcooperative, finalizzato alla valorizzazione e al riutilizzo sociale dei beni sottratti alla criminalità organizzata., nonché alla creazione di nuova occupazione attraverso lo strumento della cooperativa».
Il vicepresidente di Confcooperative con delega ai beni confiscati, Gaetano Mancini, ha sottolineato il ruolo già rilevante del movimento cooperativo: «Confcooperative, con le sue 16.000 imprese e 550.000 lavoratori, è un partner strategico dello Stato. Le oltre 200 cooperative che già gestiscono beni confiscati dimostrano che è possibile generare lavoro, sviluppo e riscatto sociale. Con questo protocollo trasformiamo esperienze diffuse in una strategia nazionale capace di moltiplicare gli impatti positivi».
Secondo Rosa La Plena, coordinatrice nazionale di Confcooperative per l’azione di recupero dei beni confiscati, l’intesa rappresenta «un passaggio decisivo che supera la logica dei progetti pilota e mette al centro lo sviluppo reale delle comunità. I tavoli prefettizi saranno fondamentali per accompagnare il rilancio delle aziende confiscate, mentre la collaborazione con i Comuni – interlocutore naturale per una gestione efficace e radicata nel territorio – garantirà una gestione efficace dei terreni».
Il presidente di Confcooperative Puglia, Giorgio Mercuri, ha evidenziato l’obiettivo dell’accordo: «Restituire alla comunità i beni confiscati, trasformandoli in strumenti di rigenerazione economica e sociale, creando nuova occupazione e promuovendo la cultura della legalità».
Giuseppe Cozzi, presidente di Confcooperative Bari–BAT, ha, invece, sottolineato come «il modello cooperativo sia in grado di rigenerare intere comunità, favorendo lo sviluppo dove la criminalità aveva sottratto risorse e speranza».
A chiudere l’incontro è stato il presidente nazionale Maurizio Gardini che, nel so intervento, ha richiamato la natura stessa della cooperazione: «La legalità è nel DNA di Confcooperative. La gestione dei beni confiscati risponde pienamente alla funzione sociale che la Costituzione assegna alla cooperazione, trasformando simboli di illegalità in opportunità per i territori».
Grazie a questo percorso, ciò che un tempo apparteneva alla criminalità diventa oggi il fulcro di una rinascita condivisa: i beni confiscati non sono più simboli di sottrazione, ma luoghi dove le comunità tornano a crescere, lavorare e sperare.